domenica 22 maggio 2011

Lei

Era un mucchio, un mucchio di cose. 
Soprattutto, era un mucchio di colori e di tanti piccoli oggetti. Oggettini, cianfrusaglie, piccoli accessori. 
Non saprei descrivere in che modo lei assomigliasse a...un non so che...era un corpo, sì, di carne liscia, rosea e morbida, agile nei suoi movimenti, compatto, deciso, forte. 
Era quello che si suol definire una persona, un essere umano nel vero senso della definizione, aveva tutto ciò che doveva avere una donna tutta di un pezzo. 
Dava l'idea di essere inespugnabile nella sua femminilità contorta, un'armatura fatta di pelle, fatta di pensieri e di valori. Traspariva anche dai capelli, dalla sua chioma folta e fluente, sempre di un colore diverso, ma sempre con quell'aspetto nodoso, simile a corteccia d'albero. Che fossero legati in acconciature dalle strane forme o lasciati sciolti sulla schiena, avevano sempre un loro carattere. 
E poi, tutti intorno, come fossero degli strani prolungamenti di lei, estroflessioni del suo essere, vi era ogni sorta di cosa. 
Portava mille cose ai polsi, al collo, alle orecchie, nei capelli, sulle scarpe. Addosso aveva di tutto, grande, colorato, morbido, estroso, esagerato, perverso, irrazionale, spinto, provocatorio. 
Era una bomba, era pericolosa, era una delle cose più fantastiche a vedersi. Ti stregava, ti incuriosiva e infine ti sorprendeva per davvero. La potevi percepire mentre pensava, sentivi una musica, un ronzio, forse mescolato a quello proveniente dalle cuffie che portava nelle orecchie, grandi, ormai parte fissa della sua figura. Rideva forte e sguaiatamente, muoveva le mani in una danza deliziosa, devastante, insieme armoniosa e terribilmente disordinata, era un miracolo vedere in quale meraviglioso modo le sue dita, con le unghie di tutti i colori, impugnassero precoci e disinvolte una sigaretta, le sue labbra alla frutta sporgere in fuori, vedere il suo volto annegare in una nuvola di fumo sottile, gli occhi dalle chilometriche ciglia riemergere a stento, quasi soffocati dalla folata di nicotina e catrame. 
Per me era l'universo, era tutta. Tutta lei era l'universo. 

Non ero degno di amarla.



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