lunedì 26 novembre 2012


Di solito finisce così. Lascio tutto com'è perché ho terrore, ho paura a spostare i pezzi da come stanno, come un puzzle che non vorrei disfare mai, per paura di dimenticare l’ordine dei tasselli. E poi lascio mazzi di fiori in vasi di vetro pieni d’acqua sul comò, finché le foglie marciscono, cambio l’acqua quasi ossessivamente, li annuso finché il profumo non si stanca, finché i petali non sembrano pelle vecchia. Alcuni li appendo a testa in giù e li guardo seccarsi, diventare polvere, e tutto il resto lo lascio nel lavandino per un po’, e non mi dicono niente, perché sanno che ho il cuore un po’ malato per queste cose. Ci piango su e il sale dà il colpo di grazia. 




mercoledì 14 novembre 2012

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Le tue mani mi tenevano insieme come la pioggia impasta una ragnatela. Non chiedermi che farò adesso che tu parti, perché non posso credere di non avere una risposta. 

martedì 13 novembre 2012

i'll miss u


Mi mancherai in una di quelle maniere particolari, come la cannuccia quando si beve dalla lattina, o i guanti alla pista di pattinaggio d’inverno, come il ticchettio delle lancette al suo orologio, mi mancherai come le nuvole nei tramonti, come il vento in spiaggia, come il volume troppo basso dello stereo, non mi mancherai come il sole ai girasoli, no, diverso, mi mancherai come manca quella farfalla colorata che vi si posa sopra.


domenica 11 novembre 2012

per te

Per te riesco a farmi diventare liquidi gli occhi, ma in mezzo al deserto, in mezzo al ghiaccio, sotto terra, ovunque, per te ho due stelle negli occhi. Per te io posso sentire un sole bruciarmi il petto, farmi accartocciare su me stessa, accartocciata sul mio stesso cuore, per impedire al mio sterno e alle mie costole di sbriciolarsi le ho impastate di lacrime. Per te il dolore mi fa ridere, per te le mani tremano e la carne diventa vento caldo e il tuo profumo mi ha guardato dentro le pupille come una condanna, “sarò la tua fine, ti aspetto alla tomba”.

martedì 6 novembre 2012

October-

Adesso se provo ad ascoltare dentro il mio petto si sente quel fischio dei condotti d’areazione degli uffici e in bocca ho un brutto sapore metallico. Quando passa un uragano, ruba tutto e si porta via anche le stelle che stavano più in alto, poi dopo resta quel silenzio vuoto da spaccare i timpani, e ti accorgi delle lacrime appena prima di affogarci dentro.