mercoledì 26 dicembre 2012

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Deve essere tutto allo scoperto. Il trucco è quello, condizione necessaria. 
Non ha senso mettersi foulard al collo, occhiali da sole, trucchi sulla pelle, fermagli nei capelli, non importa a nessuno. Perché alla fine ci sarà solo quell’anima persa che pompa vita in quel che resta della carne. Ed è solo quello che importa. Quando ci si muove, dentro in fondo a quei buchi neri di pupille, quando ti mangi le unghie, quando ti soffi il naso, quando gonfi la cassa toracica per respirare, quando dai un colpo di tosse nell’ultima sigaretta, quando hai qualcosa tra i denti, quando hai mal di stomaco, quando svieni per il mal di testa. Voglio essere nuda e nudo chi mi sta di fronte, voglio solo quello che sei e il resto mi mette ansia e vorrei uccidere tutto ciò che ti nasconde, tutto ciò che ti copre, tutto ciò che ti protegge ai miei occhi, e voglio che tutto di te scavi in ciò che non sono e che arrivi alla carne e al respiro, che tu veda le stelle frugando nella mia anima e tutte quelle galassie che parlano di te.


lunedì 26 novembre 2012


Di solito finisce così. Lascio tutto com'è perché ho terrore, ho paura a spostare i pezzi da come stanno, come un puzzle che non vorrei disfare mai, per paura di dimenticare l’ordine dei tasselli. E poi lascio mazzi di fiori in vasi di vetro pieni d’acqua sul comò, finché le foglie marciscono, cambio l’acqua quasi ossessivamente, li annuso finché il profumo non si stanca, finché i petali non sembrano pelle vecchia. Alcuni li appendo a testa in giù e li guardo seccarsi, diventare polvere, e tutto il resto lo lascio nel lavandino per un po’, e non mi dicono niente, perché sanno che ho il cuore un po’ malato per queste cose. Ci piango su e il sale dà il colpo di grazia. 




mercoledì 14 novembre 2012

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Le tue mani mi tenevano insieme come la pioggia impasta una ragnatela. Non chiedermi che farò adesso che tu parti, perché non posso credere di non avere una risposta. 

martedì 13 novembre 2012

i'll miss u


Mi mancherai in una di quelle maniere particolari, come la cannuccia quando si beve dalla lattina, o i guanti alla pista di pattinaggio d’inverno, come il ticchettio delle lancette al suo orologio, mi mancherai come le nuvole nei tramonti, come il vento in spiaggia, come il volume troppo basso dello stereo, non mi mancherai come il sole ai girasoli, no, diverso, mi mancherai come manca quella farfalla colorata che vi si posa sopra.


domenica 11 novembre 2012

per te

Per te riesco a farmi diventare liquidi gli occhi, ma in mezzo al deserto, in mezzo al ghiaccio, sotto terra, ovunque, per te ho due stelle negli occhi. Per te io posso sentire un sole bruciarmi il petto, farmi accartocciare su me stessa, accartocciata sul mio stesso cuore, per impedire al mio sterno e alle mie costole di sbriciolarsi le ho impastate di lacrime. Per te il dolore mi fa ridere, per te le mani tremano e la carne diventa vento caldo e il tuo profumo mi ha guardato dentro le pupille come una condanna, “sarò la tua fine, ti aspetto alla tomba”.

martedì 6 novembre 2012

October-

Adesso se provo ad ascoltare dentro il mio petto si sente quel fischio dei condotti d’areazione degli uffici e in bocca ho un brutto sapore metallico. Quando passa un uragano, ruba tutto e si porta via anche le stelle che stavano più in alto, poi dopo resta quel silenzio vuoto da spaccare i timpani, e ti accorgi delle lacrime appena prima di affogarci dentro.

lunedì 29 ottobre 2012

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Un giorno o una sera di queste voglio che ci sediamo in mezzo ad una rotonda, io mi raccolgo le ginocchia e mi appoggio alla tua schiena per sentire che ci sei. E poi restiamo lì a guardare le macchine che ci girano attorno e ci scrutano come due cose uscite dal fiume della vita, che forse lo siamo.


mercoledì 17 ottobre 2012

17-

Se una nota ti entra bene, ti penetra di lato, che è calda come lava e dentro ha anche i brividi di tutte le piogge, ti piega l’anima come farebbe un proiettile colpendo un cuscino di piume. E magari piangi anche, finalmente.

martedì 16 ottobre 2012

TU


La verità è che uno arriva a fare un ultimo passo, si accorge di non sentire più la terra sotto le suole, a quel punto si sveglia, il cuore ancora sospira, nel mentre che atterra, poi cade lasciando nel pavimento un buco profondo circa 3-4 cm. 
Solo fantasie. Nulla che ti stuzzichi i polpastrelli, o le labbra, o i gomiti, niente di niente. Solo atomi effimeri di qualche scorcio nella testa, un volto, un paio di mani, parole formulate e fatte sciogliere nell’aria.
La verità, amara, è che dopo circa 18 anni in questo mondo, non sono ancora mai stata il TU di nessuno. Quel TU a cui ci si rivolge nei diari segreti, nei pensieri spinti, nelle frasi ipotetiche mai pronunciate. Non sono fatta per essere un TU, sono troppo rincantucciata, troppo tendente al trasparente, di me non si sente che un sibilo nel respiro, poi la mia pelle impiega poco a divenire sempre più chiara e sottile, e in una folata di vento, me, TU, le parole e i polpastrelli, fffff, tutto via.  

lunedì 8 ottobre 2012

Si ama-


Si ama sempre in un buco dentro il cuore. Che lo si tappi quanto si vuole, lì dentro si ama. L’amore diventa un granello di oro o di diamante, in quel buco, sempre meraviglioso, conservato nel petto come un sogno di ricordo, ma sì, prova ad avercela tu una pietra nel petto- 



lunedì 10 settembre 2012

Ma la fisica


Esistono delle basi su cui ogni cosa ruota e si riconosce, che tramite anni e anni di ardua ricerca sono state in parte definite, ed esse sono proprio le leggi della fisica, le leggi naturali, che così come la matematica, sono un linguaggio pressoché universale. Meravigliose, perché quasi senza che noi ce ne accorgiamo, ci mettono di fronte ad una perfezione della quale a stento riusciamo a capacitarci. Dopodiché, sopra queste solide fondamenta, si pongono tutte le interpretazioni possibili immaginabili, le mie come quelle di qualsiasi altra persona normale o qualsiasi altro contemplatore assorto (non sarò l’unica, mi auguro).
Per verificare di essermi spiegata farò un banale esempio pratico: immaginare una ballerina su un palco, che sale sulle punte ed inizia a fare delle piroette. I suoi muscoli la sostengono e le permettono di compiere il complesso movimento, bruciando energia, producendo calore, sfruttando tante tra le leggi dei moti circolari, la resistenza dell’aria, l’attrito, l’inerzia e chissà quante altre leggi scientifiche e fisiche. Ecco, tutto ciò è quello che definirei realtà assoluta, questo è precisamente ciò che sta accadendo, la sua esatta descrizione.
Ma nel frattempo, nell’osservare questa ballerina, qualcuno si sta commuovendo per la sua bellezza e grazia, per ciò che sta trasmettendo tramite sentimento ed interpretazione. Anche questo sta accadendo, ma non vi è alcuna legge fisica, nessuna formula da applicare a questo fenomeno.
Ed è pressoché questo il mio problema verso la fisica. 

Photo by Novacaine.

Tra molti anni

Volete proprio saperlo? Tra molti anni non importa in quale ufficio polveroso potrei capitare a lavorare, o in che circostanze, o con quali persone, non importa quanto sarà triste e squallida la mia vita, quanto io sia delusa e svuotata. Perché avrò la certezza che laggiù, in quell’universo parallelo al nostro dove i sogni si avverano e nessuno taglia loro le ali, io sarò proprio lì, su quel palco, sarò quella ballerina che danza sul palco, felice. So che è così. E saperlo mi da sempre un po’ di forza.


sabato 8 settembre 2012

Non si molla


In un certo senso, ecco, uno si affeziona alle sue doppie punte. E quando la parrucchiera sprezzante ti dice anche: “ragazzina, questi capelli hanno almeno due anni, sembrano bruciati” per me c’è stato da andarne fieri. Saranno vecchi e un po’ rovinati, ma sono ancora sulla mia testa, no? Ne hanno affrontate di battaglie insieme a me, da me funziona così, non si molla.

d-

La differenza sostanziale tra un essere umano e un cane è che il primo è consapevole, un giorno, di dover morire, il secondo non ne ha idea. Un cane amerà chi lo ama dando  tutta la fedeltà e l’affetto di cui dispone. Lui, a differenza di noi, vivrà all’infinito, non conoscerà mai il significato della parola rimpianto.













My tumblr: http://inwaltzandrequiem.tumblr.com/

sabato 4 agosto 2012

Sono tante cose una dietro l'altra,

Voglio andare in cielo. E suonare la chitarra. Voglio non avere un corpo. Vorrei conoscere l’origine del mondo e il senso dell’esistenza. Per una volta.
Vorrei che ci fosse meno roba, invece me la cacciano tutta in gola con l’imbuto.
Vorrei tuonasse, in questo istante. E che piovesse da far schifo. Da far rumore contro le tegole. E poi vedere il sole dorato fuori, anche se sono le tre del mattino, e un arcobaleno grande. 



Ora. Ora mi vorrei ammazzare.
Perché odio quando i ricordi diventano lontani e si confondono con i sogni e le idee.





domenica 1 luglio 2012

MIA

Mi piace anche solo l’idea di avere una cosa mia. La mia borsa, con dentro i body di diversi tipi e colori, tantissime paia di collant, rosa o nere, tagliate, strappate, cucite, sporche, nuove, porta fortuna e così via. La bustina forata dove metto le mezze, tutte nere e consumate, a cui io stessa ho cucito i nastri di raso. La bustina di plastica con la scritta Grishko, le mie Grishko numero 35 dentro, tutte consumatissime e nere, stupende, che odorano di pece, quell’ “odore vecchio” lo chiamano, l’odore del legno dell’aula e del palco, l’odore della fatica e del lavoro. I lacci li ha cuciti nonna, perché le punte sono una questione importante, e ci va un lavoro raffinato come solo 12 anni di allenamento su scarpette e scarpette può dare. Grazie nonna, grazie mille per aver contribuito e per aver messo le tue mani sottili e precise in ogni mio passo.
Una maglia nera a maniche lunghe, da mettere quando i muscoli ancora non sono caldi, per quando ti fermi e ti senti 

gelare il sudore addosso, oppure proprio per sudarci dentro. Nera, perché ci va disciplina in queste cose.
Le tasche! Un borsello con un mega esercito di forcine, schiere di mollette, retine per capelli piene di quei buchi che fai perché non hai pazienza di scioglierti lo chignon prima della doccia, e le retine sono così delicate, elastici, centinaia, quello sacro che ti prende tutti i capelli in sei giri, e quelli che si rompono sempre. Quel borsello ce l’ho da tutti e 12 gli anni, non penso lo cambierò mai. 
I piccoli ciondoli portachiavi, così esageratamente graziosi, il minuscolo tutù e la minuscola scarpetta, quasi un simbolo, un documento d’identità, oserei dire.
Rotoli di nastro medico, forbicine, a volte del filo rosa, una cavigliera per quando senti male, un burro di cacao, aspirine, sigarette, accendino, pezzi di carta, opuscoli di spettacoli, ricevute dell’affitto dei costumi di scena, monetine, calzini, reggiseno, tampax, tutto che si agita sul fondo di quella borsa, dalla notte dei tempi, qualcosa è cambiato, ma quella mia borsa è sempre parte della mia anima.
Nella mia stanza, accanto al letto, afflosciata anche tu dalla stanchezza, tieni compagnia, ti sento vicina, con tutte le mie avventure dentro, tutte le mie danze, i sorrisi delle mie compagne, le correzioni dell’insegnate, vedo tutto lì, così come lo sento in me.
Il tessuto della tracolla è così liso che si vede l’imbottitura. Ma non si è mai stancata, la tracolla, nonostante le due paia di punte, le bottigliette di acqua, i libri di filosofia per ripassare in aula nei tempi morti. Ogni peso, ogni sfida, sempre sopportato tutto, borsa mia, in giro per teatri, stage, e varie sorte di esibizioni, macchie e polvere, odori e musiche di cui sei impregnata, sei sempre lì, nel tuo alone rosa, il mio zainetto di quando ero piccolina, che sempre mi sembri leggero e morbido, da appoggiare sulla panca del camerino, ad aspettarmi lì finché la lezione non è finita. Che ogni volta che mamma ti lava è una tragedia, da 12 anni, seguo le tue mille giravolte in lavatrice e controllo che ti asciughi senza perdere la tua preziosa essenza. L’essenza della mia borsa di danza.
La mia.  



martedì 26 giugno 2012

4.44

Quello che so è che sotto la stessa luna, ovunque tu sia, se chiudo un po’ gli occhi, sento chiaramente il tuo respiro.

Respiro lontano, ti ringrazio profondamente perché un'ispirazione così, mai nessuno su questa terra fino ad ora era riuscito a darmela. Grazie.


giovedì 21 giugno 2012

Solstizio


Poi la sera e la notte, come una centrifuga di luce e buio, occhi ovunque, e capelli, e vestiti.
E cammina e cammina, un bicchiere con fragola e lime, troppe sigarette, troppe sigarette, doccia, capelli arricciati, troppi sms, troppi soldi, un casino dolce amaro che si scioglie nei valzer e nei requiem, come una pastiglia effervescente fa nell’acqua. 


martedì 12 giugno 2012

0#

La sirenetta alzò gli occhi snebbiati verso il sole di Dio, e, per la prima volta, li sentì riempirsi di lacrime.
-      Hans Christian Andersen


mercoledì 30 maggio 2012

domenica 27 maggio 2012

Classico

In tutto questo caos, è tutto ciò che mi resta di un mondo andato via.
Lo chiamano classico, no, è eterno, non classico.
Dovrebbero cambiare.
Danza classica. Musica classica. Libri classici.
Danza eterna. Musica eterna. Libri eterni.
Che va oltre il tempo, lo spazio, le tradizioni. Ti attraversa come un fiume che esiste da sempre, non sei che una delle anime che gli ha permesso di farsi trapassare. Distruggendosi di bellezza, avendo la possibilità di toccare una conoscenza e scoprire un amore che fa malissimo. 


In questa danza non v’è malizia.
Solo amore puro, senza secondi fini.
Quell’amore che così è definito per facilità, perché forse con altra parola non si potrebbe definire.
Ma è solo quella sensazione, quel motivo per cui ancora si piange ascoltando un’aria di musica classica.
Perché?
Che effetto è? Di che magia si tratta?
Penso sia proprio lì quella cosa che chiamiamo amore. Qualcosa che non si tocca ma esiste, esiste così forte che fa piangere. E non si sa perché.

Per te, ho così tante parole, che nessuna avrebbe senso. 



lunedì 21 maggio 2012

21;


L'essenza delle cose rende folle chi la raggiunge.
Lo fa morire.



Amare così tanto, da sentire la necessità di morirne.


domenica 20 maggio 2012

Fluc


Ci si può innamorare di un istante? Di una circostanza?
Si può amare una frazione di spazio e di tempo, così come se si trattasse di una persona in carne ed ossa?
Amare le vibrazioni, gli spostamenti d’aria e di suono? Amare i contorni delle cose in quel momento, l’inclinazione dei raggi di luce? Quella perfezione nata, forse casualmente, da tutto l’intreccio di questi elementi, un unico nodo nell’universo, effimero in sé, quanto resistente nella memoria.
Si può? Vuoi stare con me per sempre?
Un polpaccio e un piede, pelle olivastra, sollevati dal pavimento di legno chiaro, vola, proietta la tua ombra dove il sole sta illuminando, facendo turbinare il pulviscolo, la tua polvere di stella. Musica, allegra, profonda, scavami dentro, è estasi. Ha impresso un impronta e quando si è mosso, la sua forma era ancora lì, nitida e devastante. Oh cuore, reagisci più piano, non scoppiare così, o il mio respiro non potrà diventare più corto!
Posso sentirmi a casa senza conoscerti, posso amare il tuo esplorarmi, le tue mani, e il tuo profumo danza intorno a te quando corri, si infila nel mio cuore, si vede che ancora non sei arrivato, che ancora non sei qui. Danzi altrove, in mezzo ad una tempesta in mare, paura, forza, trovami, ti sto osservando.
Sei tu, occhi, esplosione atomica, qualcosa che si stava aspettando, con la certezza che sarebbe arrivato. Ed eccolo, è straordinario quanto sconosciuto.
E’ l’istante sacro in cui le anime si saldano.
Viene persino prima che la liscia pelle delle tue mani domini su quella delle mie, prima che il tuo corpo viaggiatore faccia da guida al mio, prima che due toraci si allineino diventando paralleli uno all’altro, nella posa più perfetta che si possa percepire, inclinati ovunque tu voglia e io ti seguirò inevitabilmente, perché voliamo insieme, come due binari. Scappo e ritorni, perché nel vuoto, nella solitudine, due corpi soli non possono fare altro che cercarsi. Se poi la magia è già avvenuta, e gli spiriti sono in continuo contatto, con una parte fusa insieme, come due gocce la cui superficie si sfiora, fluc, uno nell’altro, è legge fisica.
Si può amare tutte queste parole nell’insieme, come fossero persona? Posso?
Allora, ti amo.
Che a perderti potrei morire. 


mercoledì 11 aprile 2012

11;

Sembra l’apatica contemplazione di un disastro compiuto.
E’ così. Trovaci dentro la straziante poesia che ti concederà qualche lacrima asciutta e bruciante sul viso.
Per il resto, sei lì, in ginocchio, e fissi il vuoto davanti a te, affollato da tutte le disgrazie su cui ormai non vi è soluzione.
E’ così.
Contemplalo. Senza respirare più.
E poi, se vuoi, sgretolati anche. 





venerdì 3 febbraio 2012

;

Cadeva ancora quando quel rompersi necessario e quello strappo di membra si invisceravano su su, e si dipingevano su occhi, fronte, labbra, naso, mento, collo…quando il dolore filtrava tra i pori della pelle, fumo, evapora
invisibile
non farti
vedere
da chi
non può
capire





venerdì 27 gennaio 2012

Quindi sveglia

Non si può vivere di non-follia.
Non esiste. Ognuno necessita di vivere della propria.
Non esiste mare che da sempre sia stato piatto. Di un mare sono le tempeste che vengono ricordate.
Sono le onde colossali che smuovono il fondale, ne portano alla luce i demoni e i segreti, i colori e le luci.
E c'è follia in ogni oggetto guardato con i giusti occhi, in ogni scintilla incontenibile, in ogni suono che si fa passare  attraverso la pelle.
Tutto ciò che scuote forte l'anima e la manda in tempesta.
Che anche per un solo istante ci riempie la testa di fuochi d'artificio.
Tutto ciò che si nasconde dietro una vita apparentemente nella media.
Tutto ciò che ci fa sentire noi stessi, noi stessi separati dagli altri, distinti dal resto, ogni elemento che ci faccia piombare addosso o che ci faccia scoprire la nostra vera identità. Che sia la più delirante, devastata, disordinata che esista.
L'essenziale è che c'è, è racchiusa in un guscio durissimo, chi può aprirlo se non quel sentimento così discusso ormai, e quindi così effimero ai nostri tempi?
La follia la si conosce quando la si prova, non si programma, ma vi è da star certi che essa abbia la stessa importanza di una linfa vitale, di un succo vivo che ci mantiene turgidi, che ci impedisce di collassare stufi della nostra stessa esistenza.
Se in epoche precedenti erano pochi eletti a trarne frutto, oggi essa è la nostra fonte e il nostro scudo. Di tutti. Il sistema ci omologa? diventiamo pazzi, cazzo!
E questo è vita.
QUINDI SVEGLIA.