lunedì 26 novembre 2012


Di solito finisce così. Lascio tutto com'è perché ho terrore, ho paura a spostare i pezzi da come stanno, come un puzzle che non vorrei disfare mai, per paura di dimenticare l’ordine dei tasselli. E poi lascio mazzi di fiori in vasi di vetro pieni d’acqua sul comò, finché le foglie marciscono, cambio l’acqua quasi ossessivamente, li annuso finché il profumo non si stanca, finché i petali non sembrano pelle vecchia. Alcuni li appendo a testa in giù e li guardo seccarsi, diventare polvere, e tutto il resto lo lascio nel lavandino per un po’, e non mi dicono niente, perché sanno che ho il cuore un po’ malato per queste cose. Ci piango su e il sale dà il colpo di grazia. 




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